ORIGINI

La collocazione sistematica della pianta di bergamotto (citrus bergamia) ha generato, negli anni, molte controversie: alcuni la classificano come specie a sé stante, mentre altri la indicano come sottospecie dell'arancio amaro.


Alcune leggende narrano l’arrivo dell’agrume dalle Isole Canarie, importato ad opera di Cristoforo Colombo; altre fonti propendono per Cina o Grecia, altre ancora per la città di Berga, in Spagna, infine si riporta, anche, la storia del moro di Spagna che vendette un ramo del prezioso arbusto ai signori Valentino di Reggio Calabria, i quali lo innestarono all’arancio amaro in un loro possedimento sito, ai tempi, presso la contrada “Santa Caterina”.


POPOLARITA'


La popolarità del bergamotto crebbe durante il ‘700 nella facoltosa città di Colonia, dove un geniale italiano, Gian Paolo Feminis, creò e brevettò nel 1704 “l’acqua admirabilis”, la prima acqua di toeletta, prodotta proprio con l’essenza estratta dalla buccia dell’agrume, destinata a diventare in seguito la celebre “Acqua di Colonia” in ricordo della città dove era stata prodotta.

L’aromatica essenza del bergamotto divenne, così, un ingrediente prezioso e ricercato nella composizione dei profumi più prestigiosi destinati all’aristocrazia. L’essenza fu utilizzata con successo anche nella cosmetica e in tutti i prodotti di toilette; soprattutto in Francia, tra i fasti di Versailles, dove un gentiluomo siciliano si presentò alla reggia portando con sé dei fusti di rame che ne contenevano l’essenza dal profumo intenso.
L’acqua “al bergamotto” (era questo il nome che diedero inizialmente in Francia) inebriò e conquistò tutti i presenti. A Versailles in quell’epoca c’erano circa 15.000 persone tra nobili, dame, cortigiani e servitù: una platea davvero d’eccezione per un debutto altrettanto fuori dell’ordinario. L’acqua al bergamotto, infatti, dimostrò di possedere delle eccezionali proprietà igienizzanti in grado di porre rimedio ai problemi provocati dal divieto vigente dell’uso dell’acqua, responsabile secondo la classe medica dell’epoca, della diffusione di peste e tante infezioni. Il portentoso liquido donò agli ambienti regali una nuova, inusitata freschezza e una salubrità più consona alla maestà del luogo.
La domanda di olio essenziale di bergamotto di Reggio Calabria in poco tempo superò le disponibilità dell’offerta e per ovviare a questo problema, la coltivazione della pianta fu intensificata in tutta l’area vocata di Reggio Calabria.


SVILUPPO



La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu opera, nel 1750, di Nicola Parisi, proprietario di in un terreno situato lungo la costa di Reggio Calabria, di fronte l'area dove oggi si trova il Lido comunale Zerbi.

In origine l’essenza veniva estratta dalla scorza dell’agrume per pressione manuale, fatta assorbire da spugne naturali e collocata in recipienti appositi detti “concoline”.

Invece è nel 1984 che si documenta la prima vera industrializzazione del processo di estrazione dell’olio essenziale, presente nella buccia dell’agrume, grazie ad una macchina inventata dal reggino Nicola Barillà, denominata “macchina calabrese”, che garantiva una resa elevata in tempi brevi ed un essenza di ottima qualità.


ZONA DI PRODUZIONE


A tutt’oggi è in provincia di Reggio Calabria che si attesta l'85% circa della produzione mondiale dell’agrume, la sua zona, infatti, è prevalentemente limitata alla parte jonica costiera nella provincia di Reggio a tal punto da diventare un simbolo dell'intera zona e della città. L'area coltivata a bergamotto è costituita dalla fascia costiera Calabra, molto pianeggiante e riparata dal forte vento dello stretto di Messina, grazie alle colline circostanti, per un'estensione di circa 150 chilometri e situata a circa due chilometri di distanza dal mare.



Non si sa, come mai questa pianta abbia scelto proprio la zona più a sud della Calabria per crescere e fruttificare in maniera quasi esclusiva. Molti sono stati i tentativi di introdurla in altre zone, dalla stessa Italia, all’Europa, all’Asia, in Israele, in America, riuscendoci soltanto in Africa, in una regione della Costa d’Avorio.
In molti attribuiscono a questo fenomeno, il microclima di cui gode la costa del “bergamotto”, ma senza individuarne le reali cause, forse perché impossibili da individuare. Probabilmente si tratta di un insieme di fattori, tra i quali: la lieve differenza tra la temperatura diurna e quella notturna nell’arco dell’anno in tutta la zona; la conformazione geomorfologica dell’area coltivata a bergamotto, caratterizzata dalla presenza di ampie valli solcate da caratteristici corsi d’acqua denominati “fiumare”, anch’esse tipiche di questa zona; i venti di scirocco che periodicamente investono la zona portando d’inverno piogge abbondanti e d’estate caldo umido (mentre generalmente il caldo estivo è secco); il suolo caratterizzato da terreni alluvionali ricchi di sostanze minerali e l’abbondante acqua per l’irrigazione estiva anch’essa ricca delle stesse sostanze; ecc.

Tutti questi fattori concorrerebbero alla “perfezione organolettica” dell’olio essenziale di bergamotto, estratto dalla buccia del frutto mediante un procedimento “a freddo” e fa sì che Reggio Calabria sia chiamata la Citta del bergamotto.